Ad Tabernas frigidas
Diario di Kenjutsu
“Operativo” da aprile a ottobre “Ad Tabernas frigidas” è un dojo speciale, unico… è un dojo all’aperto situato lungo le sponde del fiume Frigido, antico insediamento romano, menzionato nella Tabula Peutingeriana come zona di passaggio lungo la via Aemilia Scauri verso Luni.
Dopo un’intensa giornata di lavoro, parcheggiata l’auto nel parcheggio vicino al mare ci dirigiamo verso il luogo deputato all’allenamento attraverso il percorso pedonale lungo l’argine... la brezza marina della sera accompagna i nostri passi e le cornacchie grigie, i nostri “tengu” locali, salutano gracchianti il nostro passaggio.
Pochi passi ed eccoci giunti nel posto dove la pietra di marmo bianco locale recante i kanji identificativi funge da insegna del nostro dojo; proprio di fronte si estende il lungo canneto di bamboo, la nostra personale “foresta di Arashiyama”.
Nemmeno il tempo di estrarre i bokken dalle sacche che subito comincia l’attività... guardie, fendenti, spostamenti……e poi i kata, le spade che si incrociano, le distanze da mantenere e i respiri che si fanno sempre più corti!
Il kenjutsu è la tecnica di come sopravvivere. Il samurai deve coltivare sempre questo pensiero per scoprire la ragione della vita attraverso la tecnica. La cosa più importante è come vivere con il proprio scopo. Non deve essere scontroso, non deve avere dubbi, non si deve confondere, non deve essere e pensare superficiale, deve essere flessibile nel pensiero, deve essere calmo e tranquillo.
Se tutti questi principi diventano parte del proprio comportamento allora si può rispondere a qualsiasi situazione pericolosa. Diversamente, se manca qualcosa o vi è un piccolo attaccamento o ci si sofferma sui propri pensieri, nasce il proprio ego, nasce il nemico dentro sé stessi. Si inizia a combattere e a confrontarsi e alla fine è battaglia. In questa condizione non si può più attuare il cambiamento della situazione. Questo pensiero diventa così pericoloso da non liberarsene e a quel punto si perde se stessi. Se per caso si vince, quella è fortuna, non è normale nella forma della via della spada.
Sullo sfondo le Apuane, i nostri monti, la nostra identità, che si tingono di rosso al tramonto e la nostra concentrazione viene meno per un attimo di fronte a tale bellezza riuscendo a dipanare i pensieri più profondi... la danza delle spade continua, in un susseguirsi di cambi di ritmo, distanze che si allungano e si accorciano, angoli da “conquistare”.
Pian piano la luce del sole fa spazio alle ombre e diventa sempre più difficile praticare…è giunta l’ora del “Noto”; stanchi ma felici torniamo alle auto ed alle nostre famiglie… a mercoledì prossimo!!